Tofana di Rozes (3225 m), via di salita per Ferrata Lipella
Che dire della Tofana di Rozes, se non che si tratta di una delle montagne più belle e famose delle Dolomiti? La sua parete sud è un susseguirsi di pilastri ciclopici, grigi, rossi e gialli, a formare una piramide fantastica, regno riservato unicamente agli alpinisti. Con l’itinerario qui proposto si potrà passare sotto la suddetta parete osservandola nel dettaglio, si potrà visionare la stupenda Val Travenanzes, che corre a nord-ovest della nostra cima, si potrà percorrere una ferrata difficile sì, ma lunga e bene attrezzata, aperta nel 1967 dalle guide di Cortina; ci si potrà togliere la soddisfazione di calcare la sommità di un 3000 m e si potrà infine tornare all’auto per la ghiaiosa via normale, perdendo quota senza troppi affanni. Alla fine della giornata si sarà fatta tanta strada e sarà quasi ora di cena.
Zona: Dolomiti, Tofane.
Dislivello in salita: 1200 m circa.
Difficoltà: EEA – ferrata difficile.
Tempi: 5.45 per la vetta, 8.45 complessivamente.
Cartina: Carta Topografica Tabacco 03 – CORTINA D’AMPEZZO E DOLOMITI AMPEZZANE
Relazione Ferrata Lipella alla Tofana di Rozes
Da Cortina si risale la rotabile per il Passo Falzarego. Alcuni chilometri prima del valico si seguono le indicazioni che, a destra, conducono su per la stretta stradina del Rifugio Dibona, aperta al transito in base ad orari ben precisi.
Parcheggiata l’auto, si imbocca il sentiero 404 che conduce sotto la parete sud della Tofana di Rozes e ne percorre la base sino quasi al suo termine. Le indicazioni portano all’attacco della Ferrata Lipella, che nel suo tratto iniziale si sviluppa dentro l’interessantissima galleria di mina del Castelletto (indispensabili le torce elettriche) sbucandone 120 m di dislivello più in alto, con vista grandiosa sulla Val Travenanzes. Si prosegue lungo il fianco ovest della Tofana, per gradoni e cenge molto bene attrezzate, guadagnando tutto sommato poca quota e arrivando ad un bivio (quota 2700 m circa). Prendendo a destra si prosegue per la ferrata mentre andando dall’altra parte si ha a disposizione una comoda e veloce via di fuga verso il Rifugio Giussani, da usare in caso di tempo incerto, che richiede una trentina di minuti.
Si sale diagonalmente a destra, per placche non sempre facili ma bene attrezzate, proseguendo per cengia verso sud (fare però attenzione a non proseguire eccessivamente lungo la cengia, cioè fino ad affacciarsi sulla parete sud, ma prendere i cavi che salgono ben prima a sinistra). I cavi e le attrezzature si sviluppano più verticalmente rispetto a prima, lungo questa seconda parte di ferrata. Poco sopra i 3000 metri (ore 5.00), si incontra la via normale alla vetta, che va seguita per 45 minuti circa, fino ad arrivare sull’ampia cima con croce (ore 5.45 in tutto).
La discesa avviene per la facile via normale fino al Rifugio Giussani e di qui al Rifugio Dibona in 3.00 ore complessivamente (sentiero 403).